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Scritture e altre officine

foto-cop-ex-tra-istole

 

 

disfusi per voce rattratta o

abrasi per gesto di ventre

sibilano o sibillano

tracotanti fonemi camuffati da

note stonate che raschiano che

raspano l’

esile struttura di una stele in-

cosciente chiodata al muro di

turno

 

 

 

 

 

Dieci sequenze per un poema irrisolvibile, dice il sottotitolo di questo libro. E’, fin da qui, la denuncia di un’aspirazione (e di una ispirazione) tesa alla realizzazione di una completezza organica, di una struttura (che la forma poema esemplifica); e la consapevolezza della difficoltà di attingere a qualcosa di concluso, sia in termini formali sia nel senso dell’esplorazione della materia poetata. Non è un limite, è – direi – una coscienza. In effetti niente impedisce a questo libro di superare sé stesso, la propria carta, il limes convenzionale di una pagina finale. Perfino chi legge lo sa, giungendo alla pagina sessantanove, che tra l’altro termina con un…

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