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IL TEMPO ALTROVE
casuale-quotidiano-perpetuo
1) CASUALE
Il potere della sintesi polverizzato
e guardo negli occhi
un unico pensiero, allo specchio,
quella lotta al tinnove. “Chiedevi?”
L’esperienza antica sedotta, oppure seduta,
un solo unico antico frammento,
non ricordi! “Neppure?”
Così solo l’esperienza riappaga.
Il pugno è stato un simbolo che ora riposa nella mano. Oppure
il piano suonato con solo cinque dita. Le altre nascoste.
La citazione nominale non serve. Il pianista non ricordo chi sia.
“Chopin si dissolse?”
Non devi stare ad ascoltare figlio il mare di mazzate,
-la correzione è d’obbligo, cazzate-
che la sostanza propone.
Uno sterile Virgilio la vita propose.
In assenza di piano
la casualità applicata ha sostituito Virgilio a virgulto.
“Lui rispose, confermo?”
Telemaco l’isola che restringemmo nell’asola del mare
richiudemmo secca in un bottone acuto,
“Mayday, mayday”,
cosi come il profumo delle parole che ignorammo saturi.(Un estratto della mia partecipazione.)
GRAZIE L’albero di rose.
Appuntamento ad Accettura il 9 agosto alle ore 18.00, presso l’ex Cinema De Luca, per la serata conclusiva del premio “L’albero di rose”, giunto alla sua terza edizione.
Di seguito gli esiti del concorso:
Sezione I – Poesia inedita Festa del Maggio e culti arborei
1° classificato Valeria Vecchie – Matriarcato
2° classificato Giuliana Abate – Abbraccio immortale
3° classificato Ione Garrammone – Il maggio
Sezione II – Poesia inedita “Leonardo Sinisgalli”
1° classificato Marco Mittica – Il cuculo
2° classificato Francesco Iannone – Anelli di fuoco
3° classificato Vincenzo Ferretti – La casa dei nonni
Sezione III – Poesia edita
1° classificato Cristina Polli – Tutto e ogni singola cosa
2° classificato Nily Raouf – L’innocenza dell’incertezza
3° classificato Pietro Russo – A questa vertigine
2) QUOTIDIANO
Quotidiana. Un morso unico.
Lo dico a te
in via estemporanea,
davvero senza che nulla mi fosse stato chiesto
ma la bellezza sta
nella busta della spesa
questa poesia nascosta a malapena
è un bruco sulla credenza
nella sua mela.
A quanti dicono del tempo
rispondo che la visuale è tonda
e quando striscio
non è per compassione
è fame atavica.
Resurrezione.
(La seconda…)
) PERPETUO
Sine die, di ciliegio
con decorazioni appese ad asciugare.
Le tovaglie tese, alla corda, orizzontali.
Rumoreggiano stampate tra il vento
anche le foglie di primavera.
Ora sbattono indipendenti.
Quanto tempo è passato nel giardino
anche tu Raneskaja non lo rammenti più.
*
Batteria esausta
primavera in esaurimento
solo l’8 % da pretesa carica residua
Ancora pochi baci.
Il solletico che soffri sotto le radici
dei piedi, improponibile. Primavera
stento la mia, lo strofinio di labbra
accorto. Decidi tu fa lo stesso. Scorri
pure lievemente dal finestrino
accanto, verde, inafferrata.
**
Il luogo fisso
quel tramonto bloccato alla parete
spingeva il limite
sparso.
Ovunque nelle strade quei divieti. Gli sbarramenti.
Avevamo preso l’abitudine di sedere
inconsapevoli. La folla saltava.
Ridevamo pure.
Alle pareti, nelle piazze
scorrevano le loro vite,
poco sangue, soltanto a tratti esploso.
(La terza. Delle poesie inviate per la partecipazione)
GRAZIE.
Coraggioso!! Proprio oggi ho scritto un’aforisma che enuncia: tutti gli indizi servono per capire in che modo ogni cosa potrà concludersi. Non ti meravigliare se il raccolto ha costruito un quadro. Un carissimo saluto Mauro!!
Grazie. A te …