Lavoro in un enorme cimitero a Ossulston Street
con milioni di lapidi che continuo a chiamarelibri, dalle 8 alle 15.
Poi torno a casa e fingo di essere vivo.GiusePPe TALiA
L'Ombra delle Parole Rivista Letteraria Internazionale
Giuseppe Talìa
Missiva di Tallia a Germanico
Caro Germanico,
è inutile scrivere ai vivi e per i vivi, scrivo a te perché
so che puoi capirmi essendo morto. Tu sei morto.
Io, invece, sono mezzo morto, dunque mezzo vivo:
I morti respirano la polvere, i mezzi morti la masticano.
Lavoro in un enorme cimitero a Ossulston Street
con milioni di lapidi che continuo a chiamare
libri, dalle 8 alle 15.
Poi torno a casa e fingo di essere vivo
e scrivo a quei morti, ai miei morti ricordi,
al mio morto bambino, a tutti i morti morti
che ho conosciuto.
Risposta di Germanico
Giorgio Linguaglossa
caro Tallia,
mi ripugna l’idea di essere considerato morto
da un «mezzo morto» come tu ti sei definito.
Ebbene, sì, io sono morto. Sono caduto a Idistaviso.
Così, almeno, ho fatto credere a Cesare.
In realtà, sono vivo e vegeto, e presto tornerò nell’Urbe.
Il…
View original post 2.127 altre parole