Sabianamente, Francesco Lorusso intende il poeta non come un letterato di professione ma come “un ricercatore di verità”, di verità interiori e di verità esteriori.
GINO RAGO
Direi che in questo libro poetico di Francesco Lorusso, Maceria, ci sia gran parte del viaggio della parola poetica nel quadro della evoluzione della lirica italiana del dopo l’ermetismo. I versi che questo poeta propone hanno ricevuto alimento e luce in piccola dose dalla esperienza luziana, in grande quantità invece da quella bertolucciana e, soprattutto, dalla poetica del dolore di Caproni, dal malessere esistenziale di Sereni, dalla ricerca stilistica di Giudici, da quella sorta di sperimentalismo «non d’avanguardia» di Zanzotto, mentre si è ridotto a meno di una scheggia la doppia valenza ideologica e politica di Fortini.
(22, pag.36)
Nel suo letto di gigli giungi alla fonte
per comporre la luce dai suoi colori
alla bocca della caverna.
L’urto con la parete
è stordimento di coscienza
cromatura delle ombre che passano
paradisi accesi dalle fiamme
dove il bianco si liquefa stanco
sotto il piede dell’eccesso.
«Chiarezza» è il…
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Grazie a Mauro Pierno,
per questa ridondanza che concede alla splendida nota di lettura che Gino Rago a fatto al mio libro, MACERIA, su La Presenza di Èrato. Seguita da una suggestiva lettura dello stesso Pierno.
È bello sentire echeggiare le voci in compagnia…..
…..di Luciano Nota, Gino Rago, Giacomo Leronni, Danilo Mandolini, Mauro Pierno e tutti i lettori del blog Ridondanze.
Un abbraccio.
Francesco Lorusso