Il tragitto esistenziale appare, così, accidentato, fatto di ‘pozzanghere’ e continui urti fra passanti, nonostante i quali si vive come anestetizzati, senza più grandi gesti, in «un inverno mite» e perenne, dove non percepiamo più il tanfo che ci avvolge e, anzi, lo travisiamo mentre passa il tempo (p.16): «[…] rinviare ogni decisione al giorno / in fondo al calendario in fondo al / pensiero minimo et morale al / centro delle scorie avanzate […]» (p.20
F.Lorusso
Enea Roversi, Coleoptera
Puntoacapo, Pasturana (AL) 2020
di Francesco Lorusso
Decidere il titolo di un libro è un compito molto importante, poiché ha la funzione di racchiudere, sintetizzare in poche parole, se non con un solo lemma, il nocciolo del suo contenuto e, al tempo stesso, sia incuriosire che suggerire nascostamente una chiave di lettura ai vari livelli sottesi. Questo è quanto ha ottenuto, semplicemente attraverso un termine scientifico, Enea Roversi col titolo del suo ultimo libro di poesie. Con un versificare lungo, dalle rare o inesistenti assonanze (ancor meno rime), Roversi ci porta in un mondo popoloso e anonimo, come quello dei coleotteri, appunto, muovendosi tra larghe e lente inquadrature quasi cinematografiche, caratterizzate dalle forti tinte futuristiche e apocalittiche, in cui si incontrano anime disilluse e stanche. La tensione si sviluppa in uno scenario solitario terreste silenzioso, come in una pellicola di Tarkovsky, al punto che, «mentre il cane…
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Ringrazio Mauro Pierno
per questo post palleggiato dal Blog della Rivista Letteraria incroci e per aver utilizzato come occhiello introduttivo un passo della lettura che ho fatto di Coleoptera di Enea Roversi, passo che molto si rapporta al suo altrettanto bel volume di liriche, Compostaggi, per le atmosfere e riflessioni rivolte verso la china rovinosa dei nostri tempi fuori umanità.
Francesco Lorusso
Grazie a Mauro per questo spazio e grazie ancora a Francesco per le sue parole.